venerdì 30 gennaio 2009

Dove finisce la panna e inizia la meringa...la Pavlova

Uno di quei dolci dove ci si potrebbe affondare la faccia senza vergogna.
Uno di quei dolci di millemila calorie e chisseneimporta.
Io l'adoro.


La ricetta per la base di meringa la trovate qui.

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martedì 27 gennaio 2009

La Memoria

(immagine dal sito http://www.saimicadove.it/)

Chi è di qua che guarda attraverso il filo spinato, al caldo nel suo cappotto, tranquillo sapendo che c’è una casa che l’aspetta e un diritto intoccabile di popolo…

Chi è di là che guarda, la pelle violacea intirizzita, qualche straccio addosso che pende dalle spalle ossute, lo sguardo spento di chi non conosce un “oggi” e non vuole ricordare lo “ieri”.

Non sentiamoci al di qua del filo spinato solo perché nessuno ci ha attaccato una stella sul cappotto o ci ha trascinato via su carri bestiame.

Oggi non ci sono più stelle gialle da cucire sui panni e non ci sono carri bestiame.

Ma ci sono sempre violenza e arroganza e diritti inviolabili violati con noncuranza.

Non ci sono buoni e cattivi: ci sono solo esseri umani che chiedono di poter sperare almeno in un “oggi” fatto di pane, pace e bimbi da poter veder crescere.

Io non c’ero ai tempi delle stelle gialle e dei carri bestiame, eppure non dimentico.

Non dimenticare il passato è l’unico baluardo contro il presente e l’unico sostegno per il futuro.

Io non c’ero allora.

Ma ci sono adesso.

E gli sguardi di chi non conosce un “oggi” e non ha mai avuto uno “ieri” che vedo in televisione o sui giornali sono gli stessi delle foto in bianco e nero di tanti anni fa.

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domenica 25 gennaio 2009

Al Bianconiglio di Alice piace la mousse al cioccolato

In una precedente vita io devo essere stata Bianconiglio.
Si, ne sono sicura.
Questo mio percorrere la vita sempre un pò di corsa, affannosamente, è tardi, non c'è tempo, mi porta a credere che ho addosso ancora molto di quel buffo personaggio un pò "assente".
Anche se, devo confessare, le mie simpatie vanno tutte al Cappellaio Matto, anfitrione di tè improbabili, vivace e svagato anche lui come il coniglio ma senza l'assillo del tempo.
Anni fa avevo anche trovato un cappello a tuba che assomigliava un pò al suo.
All'epoca ne collezionavo di ogni foggia e colore, ne avevo anche uno molto simile a quello di Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany", blu di feltro, trovato in un grande magazzino di Dublino.
Indossati entrambi in più di una occasione.
Erano altri tempi.
Adesso di tempo non c'è n'è mai, neanche per decidere al mattino se e quale cappello indossare.




Però al Bianconiglio piace da matti questa mousse al cioccolato, e il tempo per farla si trova.
La ricetta è de La_Roby di Coquinaria, da quando l'ho scoperta la rifaccio sempre pari pari alla sua ricetta che vi riporto integralmente così come la scrisse lei.
Questa mousse è particolarmente buona innanzitutto perchè è assolutamente cioccolatosa e poi perchè ha due strati di consistenza diversa che all'assaggio si fondono meravigliosamente.

Mousse al cioccolato
200 gr panna da montare
6 uova
3 etti cioccolato fondente
1 etto burro
150 gr zucchero

Sciogliere il cioccolato e il burro a bagnomaria girando.
Frullare i rossi con lo zucchero.
Far raffreddare il cioccolato e poi aggiungerlo alle uova.
Montare i bianchi a neve e incorporarli con delicatezza nel composto.
Versare metà del composto in una pirofila e infornare per 15 minuti a 170-180°circa.
Far raffreddare.
Aggiungere la panna nella parte di composto rimanente.
Coprire la parte cotta e mettere in frigo.

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giovedì 15 gennaio 2009

Vi regalo una manciata di tortine di frolla alla crema di riso e vaniglia



Devo ringraziare un pò di persone che mi hanno fatto omaggio di premi molto belli e molto molto bene accetti.

Annamaria e Sesamo&Coriandolo mi hanno assegnato questo:



Sabrina, Golosastra e Fra, invece, mi hanno omaggiato di questo:



Ed io, che ne sono molto contenta e ringrazio tutte dal profondo del cuore, lo giro a mia volta a tutte le amiche blogger che passeranno di qui, ma non solo: vi omaggio anche di una tortina di frolla con ripieno di crema di riso.
Beh, su, adesso, mica vorrete rifiutare una tortina offerta col cuore?....

Tortine di frolla alla crema di riso

per circa 20 tortine (stampini altezza 5 cm, diametro 3,5, insomma quelli piccolini da babà)

per la frolla
150 gr farina 00
50 gr semola di grano duro
100 gr burro
80 gr zucchero
2 rossi d'uovo

per il ripieno
100 gr riso roma
mezzo litro di latte (anche più)
una stecca di vaniglia
3 cucchiai di zucchero (o meno o più a seconda del gusto personale)

Si fa la frolla e si lascia riposare in frigo.
Intanto si fa cuocere il riso nel latte con la vaniglia e lo zucchero.
Potrebbe servire più latte di quello indicato, il riso deve assorbire il liquido ma rimanere cremoso e ben cotto.
So foderano gli stampini con la frolla e si fanno precuocere per 5 minuti in forno preriscaldato a 180°.
Poi si sfornano, si farciscono fino al bordo con la crema di riso (volendo si può mischiare anche un poco di crema pasticcera), si cospargono di pinoli e si reinfornano sempre a 180° finchè il bordo di frolla non è dorato (all'incirca 20 minuti di cottura).
Si lasciano raffreddare completamente prima di maneggiarle.
Si cospargono di zucchero a velo.

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domenica 11 gennaio 2009

Torta rovesciata alla ricotta e gocce di cioccolata e consigli per detentori di gatti


Ricordatevi che non si è proprietari di un gatto, bensì, al massimo, suoi coinquilini; nell’istante stesso in cui un delizioso batuffolo di pelo fa il suo ingresso in casa, voi assumete immediatamente lo “status” di coinquilino, tollerato e, a volte, anche apprezzato (generalmente solo quando si elargisce pappa).


Se la vostra posizione preferita per dormire è a pancia in sotto, non preoccupatevi se di notte ad un certo punto sentite una forte oppressione alla schiena che si ripercuote sul petto e vi rende quasi incapaci di respirare: non vi sta venendo l’infarto, è solo il micio che ha deciso che dorme meglio accoccolato sulle vostre scapole piuttosto che altrove.


Non vi fate ingannare dagli occhioni spalancati del micino imploranti coccole e tenerezze: vuole solo cibo e si presta, per averlo, a sopportare le vostre moine con santa pazienza , simulando anche un po’ di fusa “va là che non mi costa niente e lo faccio pure contento a st’umano qua”….


Ricordatevi che se c’è un posto assurdo in casa dove mai e poi mai avreste pensato che il vostro gatto vada, ebbene, lui ci andrà. Quindi, se improvvisamente sparisce per ore e state iniziando a disperarvi, pensate ai posti più assurdi e lì lo troverete.


Ricordatevi che il delizioso batuffolo di pelo con gli occhioni spalancati che vi guarda dal cestino infiocchettato dove (per poco) si è accoccolato, adesso pesa 900 gr ma nel giro di qualche mese quintuplicherà le sue dimensioni, quindi, a scanso di conseguenze ineluttabili per la vostra salute, dissuadetelo dal saltarvi al collo o dal dormire appollaiato sulla vostra nuca.


Se avete già altri coinquilini felini in casa all’arrivo del micetto, sappiate che stringeranno alleanze insospettabilmente leali e sempiterne e attenteranno a voi e alle vostre cose (preferibilmente alimentari) in azioni di guerra coordinate in squadre addestrate e invincibili: il più grande salta sul tavolo e afferra il salamino, lo lancia al più piccolo ma più veloce che sta in basso il quale scappa a nasconderlo in uno di quei posti assurdi di cui sopra. E se un giorno ritroverete da qualche parte degli spaghi unti mangiucchiati ed un bollino di metallo inutile borbottare e guardare di sbieco con fare feroce i quattrozampe: sappiate che secondo la legge felina il salame sul tavolo è “res nullius” quindi praticamente del primo che lo trova….


Sappiate che i mici hanno un proprio orologio biologico preciso come un cucù svizzero, che generalmente non combacia col vostro. Non vi stupite quindi se ogni mattina (giorni festivi compresi) alle 5 e 20, iniziano la bagarre miagolando, spostando oggetti, facendosi le unghie sulla vostra poltrona preferita, venendovi a leccare la faccia, scavando rumorosamente nella sabbia della lettiera: del fatto che voi siate nel bel mezzo della fase più dolce del sonno, che sia domenica, che sia Natale, che siate malati con la febbre a 39, ebbene, loro se ne fregano, hanno fame alle 5 e 20, nè un minuto in più nè uno in meno, e il contratto di coinquilinaggio prevede la pappa quando hanno fame.


Ricordatevi che anche una innocente cartina di caramelle nelle zampe del micio di casa può diventare uno dei peggiori strumenti di inquinamento acustico che abbiate mai conosciuto, specie se il micio decide di giocarci nel bel mezzo del vostro pisolo pomeridiano.


Sappiate che i capi di abbigliamento femminili sono i più ricercati dai gatti per trascorrere quelle ore di buco tra una pappa e la successiva, oltre, beninteso, ai sonnellini. Quindi cercate di non lasciare in giro quel paio di collant in microfibra della stessa identica nuance violacciocca dell’abito in maglia (si proprio quelli che ci avete messo mesi a trovarli) perché la microfibra violacciocca a brandelli non va di moda.


Sappiate che la pappa che giornalmente gli date rappresenta per i vostri mici solo un banale sostentamento. Quello che a loro realmente piace sono raffinatezze che noi umani non riusciamo neanche a capire. Volete mettere le bricioline della colazione sparse sulla tovaglietta rubate mentre noi siamo in bagno a truccarci? O tuffarsi nel lavandino per cercare resti del radicchio grigliato? O farvi inciampare per leccare poi tutto ciò che vi è caduto dalle mani (qualsiasi cosa sia) nel tentativo di non perdere l’equilibrio? Il godimento del cibo per i mici è direttamente proporzionale alla fatica ed all’ingegno spesi per procurarselo.


Rassegnatevi a cucinare con una piccola Corte dei Miracoli accoccolata sul pavimento della cucina. Qualsiasi vostro movimento, specie se in prossimità del frigorifero, provocherà una serie di guaiti miagolosi e disperati, della serie “Sono anni che non ci dai da mangiare, brutta cattiva”. Ovviamente, se il tutto si svolgerà sotto gli occhi di ospiti, questi vi guarderanno con fare accusatorio nonché critico e voi vi sentirete ovviamente un pizzico e inizierete a balbettare cercando di discolparvi dall’ accusa silenziosa che leggerete nei loro sguardi di maltrattamento di bestiole innocenti.


(continua....se i miei mici mi forniscono ulteriori e più mirabolanti suggerimenti...)


Nel frattempo, ecco una ricetta che nasce dalla mia pigrizia profonda.


Una torta di ricotta che cuoce già col guscio di pan di spagna intorno.
Si può fare il pandispagna al cacao, si possono aggiungere alla ricotta frutti di bosco, pere caramellate, insomma, quello che la fantasia (e la gola) suggerisce.

Torta rovesciata alla ricotta con gocce di cioccolata

per una tortiera diametro 20 cm
Farcitura:
250 gr ricotta
1 rosso d'uovo
3 cucchiai di zucchero
liquore strega (facoltativo)

Guscio di pan di spagna:
2 uova intere
62,50 gr zucchero
62,50 gr farina
Imburrare la tortiera e foderarla solo sul fondo con un disco di carta forno imburrato sotto e sopra.
Mescolare la ricotta a crema con lo zucchero e il rosso d'uovo, aggiungere il liquore se piace e le gocce di cioccolata.
Disporre la crema di ricotta sul fondo della tortiera lasciando circa un dito di spazio vuoto tra il bordo della tortiera e il disco di crema di ricotta (vedere qui per maggiore chiarezza).
Montare le uova intere con lo zucchero e poi aggiungere la farina spatolando dal basso verso l'alto come per questo pan di spagna.
Versarle nella tortiera facendo andare l'impasto prima nello spazio lasciato vuoto tra crema e bordo e poi sopra a ricoprire il tutto.
Infornare a 180° in forno precedentemente scaldato.
Cuoce in circa 30, 40 minuti.
Appena cotta, sfornare e poi rovesciare la torta sulla gratella e far raffredare.
Ottima il giorno dopo.

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mercoledì 7 gennaio 2009

Una ricetta puzzle: Canestrino di lasagna intrecciata alla robiola, pomodorini e cipolla



Mettiamo il caso che una cara amica vi suggerisca la ricetta di una terrina di lasagne condita con robiola pomodorini e cipolla.
Mettiamo il caso che l'accoppiamento di questi sapori vi intrighi un bel pò.
Mettiamo il caso che un giorno vi accingiate a prepararlo e che mentre sbollentate le sfoglie di lasagne prima di disporle amorevolmente nella teglia, vi venga in mente di tagliarle a strisce e proviate a intrecciarle formando un cestino in uno stampino di quelli usa e getta d'alluminio.
Da pazzi.
Si.
Però son carini.
E anche buoni.
E si prestano a infinite variazioni sul tema: colorate con barbabietola saranno violette, con il cacao marroncine, con gli spinaci verdoline.
La farcitura altrettanto può essere delle più varie.
Si possono congelare.

Canestrini di lasagna intrecciata alla robiola pomodorini e cipolla

per circa 10 canestrini
2 uova di sfoglia all'uovo nature
2 uova di sfoglia colorata

per il ripieno
1 kg di pomodorini rossi
3 cipolle rosse grandi
400 gr robiola (o ricotta)
parmigiano grattugiato

Si fanno rosolare leggermente i pomodori tagliati a pezzetti in poco olio e aglio.
In un'altra padella si fanno stufare le cipolle tagliate sottili, con poco olio e aggiungendo poca acqua per non farle bruciare.
Si preparano le due sfoglie e si tirano sottili ma non troppo, diciamo alla penultima tacca della sfogliatrice (io la Marcato, quindi la 8).
Si ricavano dei rettangoli e si sbollentano in acqua bollente con un goccio d'olio.
Si raffreddano immergendoli in acqua fredda con un goccio d'olio anche qui (impedisce che attacchino le sfoglie tra loro).
Si dispongono le sfoglie su un panno pulito separate l'una dall'altra.
Si ricavano delle strisce lunghe 15 x 2.
Ne servono 4 di ogni colore, quindi 8 in tutto e si intrecciano formando una piccola stuoia che andrà posata dentro uno stampino di quelli usa e getta in alluminio precedentemente oliato.
Per maggiore chiarezza, buttare un occhio qui e qui.
Dopo aver disposto le stuoiette nei contenitori lasciando le strisce debordanti , distribuire un pò di pomodori, cipolla e un cucchiaino di robiola.
Mettere qualche avanzo di pasta come strato e poi ancora pomorini, cipolle e robiola.
Chiudere i canestrini ripiegando le strisce che debordano dal contenitore.
Coprire con alluminio.
Infornare in forno già caldo a 200° per circa 15 minuti.
A fine tempo, togliere l'alluminio, rovesciare sul piatto e far intiepidire.
Si conservano anche in freezer per circa un mese avvolti nell'alluminio.
In caso di congelazione, mettere in forno direttamente dal freezer e lasciare per circa 30 minuti.

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lunedì 5 gennaio 2009

L'aspirazione verticistica alla levità del Pan di Spagna



Liceo classico.
Una mattinata tranquilla come tante.
Classe attenta.
O perlomeno sembra attenta.
La professoressa d'italiano commenta la Divina Commedia, cercando di affascinare e catturare le nostre giovani menti e costringerle a galoppare a criniera fluttuante attraverso le allegorie e metafore dantesche, piuttosto che altrove.
Io avrei preferito altrove e come me, lo affermo senza tema di smentite, parecchi altri miei colleghi di "sventura".
Ma siamo studenti di liceo classico, dobbiamo contibuire a tenere alto il Sacro Fuoco del Sapere, e poi, vuoi mettere, la professoressa ha dalla sua un'Arma Temibile: registro e voti.
Più che il Saper potè il Timore e così tutti cerchiamo di opporre alle parole alate della professoressa uno sguardo e un'espressione di viva partecipazione quasi sconfinante nella meraviglia e approvazione indefessa, girando ogni tanto l'occhio al resto della classe per sondare l'andamento generale delle manifestazioni altrui, tanto per non apparire inadeguati.
Un pò come quando si va al cinema per vedere un film in lingua originale ma non si è tanto padroni di quella lingua: si ride se gli altri spettatori ridono, si fa "ohhh" se gli altri fanno "ohhh".
La professoressa va avanti imperterrita, citando i critici più affermati, buttando a piene mani nell'arena che vede invece il nostro interesse scontrarsi pesantemente con la voglia di essere altrove, manciate di versi, brandelli di cantiche, alate interpretazioni e noi lì, inermi.
Ad un certo punto nella classe aleggia un "L'aspirazione verticistica a Dio di Dante".
O qualcosa di molto molto simile.
Inutile soffermarsi troppo sulla frase in sè.
Teoricamente potrebbe interpretarsi come il tendere verso qualcosa, la sublimazione assoluta etc etc ma Dante e coloro che lo hanno spiegato in fior di tomi sono un Dogma: li si accetta/li si subisce/non si discutono.
Ma da quel giorno la frase "L'aspirazione verticistica" è entrata a far parte nel mio lessico del roboante, dell'iperbolico, dell'assurdo.
Questa come tante altre frasi che ancora oggi riemergono nei discorsi di noi compagne di ventura quando ci si vede.
Oggi donne, allora ragazze.
Quando ci guardiamo negli occhi, non ci sembra sia passato tutto questo tempo.
Negli anni abbiamo attraversato percorsi diversi eppure tangenti.
Il momento più bello è stato rivedersi anni e anni dopo nello stesso parco dove andavamo quando saltavamo la scuola, con tutti i nostri piccoli, chi a due, chi a quattro zampe, chi col ciuccio e chi con la coda.
E rivedersi ogni volta è una magia, un calore che ti avvolge perchè siamo sempre noi.
Le risate, l'intimità, l'affetto sono quelli di sempre.
Nonostante il tempo.
Il Pan di Spagna non c'entra nulla con l'aspirazione verticistica ma sa di "casa", di "buono", di "sempre".
Una base neutra che insieme ad altro diventa superbo.
L'espressione massima de "l'unione fa la forza".
E lo dedico a Noi, Ragazze del secondo, terzo e quarto banco della fila vicino alla finestra.

Pan di Spagna "evergreen"

dosi per una tortiera di diametro 28
6 uova intere
187,5 gr farina 00
187,5 gr zucchero semolato

Montare le uova intere con lo zucchero finchè non aumenta quasi a triplicare di volume e se si alza la frusta il composto cola giù lentamente a nastro.
Aggiungere la farina setacciata mescolando con la spatola dal basso verso l'alto per non smontare il composto.
Versare nella tortiera (a fondo apribile, altrimenti mettere un disco di carta forno sul fondo) imburrata.
Infornare a 180° nel forno già caldo per circa 40 minuti, il pan di spagna è cotto quando si stacca dal bordo della tortiera e poggiando una mano leggermente sulla superficie non rimane l'impronta.
Sfornare subito e togliere dalla tortiera per far raffreddare su una gratella.
Se si vuole farcire, meglio farlo riposare un giorno avvolto nella pellicola per evitare che secchi.

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